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Ricerca: la Federal Reserve ha bisogno di potere su Bitcoin

Un nuovo documento di ricerca esplora il modo in cui le banche centrali potrebbero cercare di regolamentare in modo proattivo i Mercati delle valute digitali per evitare crisi future.

Secondo un nuovo rapporto di un ricercatore della Suffolk University, la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea dovrebbero ricevere il mandato di monitorare le minacce che i Bitcoin e i sistemi di valuta digitale rappresentano per il sistema finanziario più ampio.

Intitolato "$=€= Bitcoin?", il rapporto ipotizza i potenziali pericoli derivanti dall'uso più diffuso del Bitcoin come moneta digitale senza il sostegno del governo, analizzando come si verificano le circostanze in cui ciò minaccia le economie nazionali e internazionali.

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Il documento segue unDichiarazione di febbraio 2014dalla presidente della Federal Reserve Janet Yellen, che ha affermato che la banca centrale statunitense non ha l'autorità di regolamentare le valute digitali. Inoltre, la Banca centrale europeapubblicato un rapporto dell'anno scorso che, pur liquidando ampiamente la Tecnologie, indicava che la banca stava monitorando gli sviluppi.

In termini più generali, il rapporto sostiene che il mandato è necessario dato che la popolazione generale non è a conoscenza dei limiti delle banche centrali, il che significa che la banca centrale potrebbe "assumersi la responsabilità" di un crollo sistemico qualora dovesse colpire uno o entrambi i Mercati.

Il rapporto recita:

"Anche se la banca centrale non avesse alcun mandato per regolamentare le valute virtuali, il fallimento di una valuta virtuale ampiamente utilizzata potrebbe mettere a repentaglio la fiducia nella banca centrale, il che potrebbe influire negativamente sulla sua capacità di governare l'offerta di moneta e i sistemi di pagamento più tradizionali".

L'autore sostiene che la natura decentralizzata del Bitcoin suggerisce che sarà necessario un intervento governativo qualora si materializzasse sul mercato una "cattiva condotta".

"Il risultato sarà probabilmente un aumento della necessità di interventi ex post, e sarebbe preferibile che il piano di intervento fosse ben ponderato, piuttosto che un piano disordinato e ad hoc elaborato nel pieno di una crisi", continua.

Nel complesso, l'autore lancia un appello affinché vengano adottate misure per definire il modo in cui i governi dovrebbero rispondere in tempi di crisi delle valute digitali, prima che queste vengano utilizzate su larga scala come riserva di valore e metodo di pagamento.

In un'altra parte, il documento completo esplora le definizioni di denaro, fornendo al contempo panoramiche dettagliate sulla storia del Bitcoin, del dollaro statunitense e dell'euro, nonché sulle differenze di responsabilità tra entità quali la Federal Reserve e la Banca centrale europea.

Nuovo sistema bancario ombra

Ai fini del rapporto, l'autore sostiene che le potenziali crisi Bitcoin sono forse meglio considerate come analoghe a quelle che si sono verificate nel sistema bancario ombrasistema, la rete di intermediari finanziari non bancari che forniscono servizi alle banche commerciali tradizionali.

L'autore sostiene che ciò dovrebbe essere vero, anche se nell'ecosistema Bitcoin la blockchain sostituisce di fatto gli intermediari finanziari tradizionali come le istituzioni non bancarie.

Da notare, sostiene l'autore, è l'assenza di un intermediario nel caso in cui il Bitcoin dovesse trovarsi in crisi, qualcosa che, secondo lei, potrebbe incentivare gli speculatori a farne scendere il prezzo. Un prezzo più basso, continua il documento, probabilmente renderebbe la valuta digitale un mezzo di spesa meno attraente, un danno che forse non sarebbe limitato all'economia alternativa.

"Se la valuta virtuale fallita fosse stata precedentemente ampiamente utilizzata per effettuare acquisti quotidiani, il conseguente fallimento del sistema di pagamento potrebbe avere un impatto sul normale FLOW di fondi, tanto da rallentare la crescita economica più ampia", si legge nel documento.

Inoltre, sostiene che il fallimento di una moneta virtuale ampiamente utilizzata potrebbe contrarre la massa monetaria disponibile, rallentando così la crescita economica.

Sistema ibrido

Secondo il documento, se le valute digitali fossero adottate su larga scala, le istituzioni finanziarie potrebbero subire effetti negativi da eventuali fluttuazioni estreme del prezzo delle valute digitali.

In questo scenario, il documento suggerisce che le istituzioni finanziarie potrebbero trovarsi in situazioni in cui non hanno più i fondi necessari per coprire gli obblighi previsti.

"In preda al panico, l'istituto finanziario non sarebbe più in grado di scambiare la valuta virtuale con le valute legali necessarie per estinguere gli obblighi denominati in valuta legale", si legge. "Invece, l'istituto finanziario dovrebbe vendere altri asset o indebitarsi per raccogliere le valute legali necessarie per estinguere i propri obblighi denominati in valuta legale".

Questa situazione potrebbe aggravarsi poiché le istituzioni cercano di vendere attività in deprezzamento per ridurre la propria esposizione e arginare la contrazione del proprio bilancio, il che a sua volta potrebbe limitare la loro capacità di ottenere più fondi.

Tuttavia, il documento sottolinea che gli swap Bitcoin , come quelli offerti da TeraExchange, approvato dalla CFTC, potrebbero essere utilizzati per consentire alle istituzioni finanziarie di esporsi alla valuta digitale senza l'onere di possedere l'asset.

Cambio interbancario

L'autore ha lasciato intendere che se la blockchain dovesse affermarsi come strumento per le istituzioni per regolare le proprie obbligazioni, le garanzie per gli accordi di riacquisto ne risentirebbero, il che limiterebbe ancora una volta la loro capacità di garantire finanziamenti a breve termine.

A sua volta, il documento ipotizza gli effetti di questo sviluppo sull'economia in generale.

"Se dovesse verificarsi una grave crisi sistemica, i prestiti interbancari si bloccherebbero completamente a causa di una generale mancanza di fiducia nelle istituzioni finanziarie e nelle loro garanzie. E se i prestiti interbancari si bloccassero, si bloccherebbe anche il FLOW di credito all'economia in generale", si legge.

Se le istituzioni finanziarie si trovassero ad affrontare una crisi del genere, avrebbero a loro volta bisogno di assistenza in termini di liquidità, che molto probabilmente arriverebbe, ironicamente, sotto forma di un intervento governativo.

Visualizzazione della crisi finanziariatramite Shutterstock

Pete Rizzo

Pete Rizzo è stato caporedattore di CoinDesk fino a settembre 2019. Prima di entrare a far parte CoinDesk nel 2013, è stato redattore presso la fonte di notizie sui pagamenti PYMNTS.com.

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